Artrite Reumatoide

L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune, che colpisce circa l'1% della popolazione, in maggioranza donne; esordisce intorno ai 40-50 anni ma è nota una forma giovanile che esordisce in giovane età, di solito con un andamento benigno e una guarigione talora anche spontanea.

La caratteristica più evidente è l'infiammazione delle articolazioni, detta appunto artrite, che coinvolge soprattutto le piccole articolazioni, come quelle delle mani e dei polsi, spesso simmetricamente. La colonna vertebrale è risparmiata, ad eccezione, in rari e tardivi casi, dell'articolazione atlo-odontoidea, tra le prime due vertebre cervicali, condizione pericolosa perché può provocare compressione midollare dalle gravi conseguenze. Un'altra articolazione tipicamente, benché raramente, colpita dall'artrite reumatoide è l'articolazione della mandibola.

L'infiammazione produce gonfiore, arrossamento, dolore delle articolazioni; con l'andar del tempo insorgono alterazioni articolari anche destruenti con perdita della funzionalità delle articolazioni stesse e invalidità. Per fortuna questa evoluzione è ormai di significato storico, infatti, grazie alle nuove terapie, la perdita dell'uso articolare è piuttosto rara.

Per porre diagnosi di artrite reumatoide si ricorre ad esami radiologici standard (le comuni radiografie), risonanza magnetica, ecografia articolare, soprattutto con power-doppler ed esami di laboratorio: spesso gli indici infiammatori, soprattutto VES e PCR sono alterati, come anche la ferritina, più tipicamente nella forma giovanile, molto frequenti la presenza del fattore reumatoide con il RA-test o la reazione di Waaler-Rose, e la positività degli anticorpi anti-citrullinati (anti-CCP), più raramente sono presenti gli anticorpi anti-nucleo (ANA) o altri autoanticorpi.

La terapia un tempo comprendeva soltanto l'uso del cortisone, in grado di controllare i sintomi ma non la progressione della malattia; di scarso impiego al giorno d'oggi anche l'idrossiclorochina e la sulfasalazina. Al giorno d'oggi vi sono numerose ed efficaci alternative terapeutiche, che includono il cortisone per controllare rapidamente i sintomi, gli immunosoppressori (in particolare il metotrexato) per contrastare la progressione della malattia, eventualmente in associazione ai cosiddetti farmaci biologici, molto efficaci nel ridurre il danno articolare.